Val di Vara: il distretto del biologico

Famosa anche come Valle del Biologico, la Val di Vara – che prende il proprio nome dal fiume che l’attraversa – si contraddistingue per la salubrità dell’ambiente e dell’aria.
In questa terra lussureggiante, il tempo sembra aver rallentato la sua corsa inesorabile, quasi a formare una tela unica e irripetibile, dove i tanti borghi medievali in pietra che si susseguono gli uni agli altri, sono scanditi da castelli e roccaforti, pievi, monasteri e santuari.
Qui, ogni cosa costruita dall’uomo, sia questa un antico mulino o una maestosa torre di guardia, sembra aver instaurato un dialogo intimo ed esclusivo con gli elementi della natura: le cime boscose delle alture, le pietre delle cave e le lastre d’ardesia, i corsi d’acqua incontaminati.
Alcuni tra i più antichi tra i suoi paesini – quali Brugnato, Borghetto di Vara e Varese Ligure – sono conosciuti anche come i borghi rotondi, perché la loro pianta urbanistica è caratterizzata dalla tipica struttura rotonda medievale, con strade ed edifici raccolti in circolo attorno alla piazza principale.

Prima tappa del tour alla scoperta della Val di Vara a Brugnato, uno dei 279 Borghi più belli d’Italia, le cui origini risalgono al VII secolo d. C. Qui, dopo aver passeggiato tra i suo colorati vicoletti, visiteremo la Cattedrale del 1100 il Palazzo Vescovile che ospita tra le sue mura il Museo Diocesano, per raggiungere poi l’Oratorio di San Bernardo.
Seconda tappa quindi a Borghetto di Vara e al suo caratteristico nucleo storico. Qui visiteremo il Campanile della Chiesa di san Carlo Borromeo, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, l’antica Pieve del Santissimo Salvatore di Ortara, che conserva al suo interno pregevoli opere d’arte quindi il Santuario della Madonna di Roverano, meta ogni anno di numerosi pellegrinaggi.
Infine raggiungeremo Varese Ligure, anche questo annoverato tra i Borghi più belli d’Italia e conosciuto anche come il bio-borgo della Liguria. Qui, attraverseremo il suggestivo Ponte di Grecino, ammireremo Palazzo Ferrari e la Torre Civica, quindi raggiungeremo Castello Fieschi, antica roccaforte quattrocentesca, ancora oggi abitata.

Noti anche come corzetti o corsetti, i Cruxetti sono una pasta “stampata” a forma di medaglione rotondo e si ottengono, appunto tramite uno stampo di legno intarsiato che ne decora la superficie. La loro è una storia antica che affonda le proprie radici nel Medioevo, anche se è durante il Rinascimento che cominciano a spopolare sulle tavole dei nobili che chiedevano ai propri cuochi di imprimere sui medaglioni di pasta fresca lo stemma di famiglia.
A Varese Ligure, oltre ai Cruxetti troviamo anche le Sciuette, dolcetti di pasta di mandorle, vero e proprio mistero culinario racchiuso dal 1652 tra le mura di un convento di clausura di Monache dell’ordine Agostiniano. La ricetta, mantenuta segreta, si tramanda di generazione in generazione tra le suore. La parola sciuetta deriva dal dialetto genovese e significa piccolo fiore o fioretto.
I dolci hanno tutti la forma di un fiore, ognuno diverso dall’altro, realizzati nelle tipiche tonalità delle case liguri: rosso, giallo e rosa. La tradizione varesina vuole che i dolci siano ordinati richiedendole al parroco del paese, e poi consegnate attraverso una piccola grata all’ingresso del monastero, dato che le monache sono di clausura. Addirittura, si racconta che questi dolci venissero spediti fino in America, nelle scuole Cattoliche italo-americane su richiesta del consolato.