DURATA

1 giornata

LOCATION

Toscana, Lucca

ETÀ

0-99

PERIODO

Gen-Dic

Garfagnana: isola verde della Toscana


Itinerari

Molti sono i monumenti, gli edifici e i luoghi significativi di questo territorio unico. Un solo itinerario di visita non basterebbe per scoprirlo tutto, per questo noi ne abbiamo individuati due, così da venire incontro ai vostri interessi e alle diverse esigenze di tempo.

Uno scrigno verde e rigoglioso, in cui i tanti borghi medievali e le caratteristiche fortezze si contendono il territorio con densi boschi di castagni e faggi: è questa la Garfagnana, la più verde, forse, delle valli toscane. Protetta a ovest dalle Alpi Apuane che la separano dal mar Tirreno e ad est dagli Appennini, la Garfagnana ha attraversato i secoli della storia isolata dalle vicine e più nevralgiche città di Lucca, Pisa e Firenze. Un isolamento naturale che l’ha portata a sviluppare una propria, marcata identità sociale, culturale, artigianale, persino gastronomica.
Le grandi strade che la percorrono – come la romana Clodia, la settecentesca Via Vandelli che da Modena portava a Massa o le più recenti Statale del Brennero e Provinciale Lodovica – i tanti sentieri di montagna e le strette vie carraie, si fanno spazio nell’immensa massa verde delle sue foreste, conducendo a piccoli centri abitati dove ancora oggi la vita scorre a ritmi lenti, lontani dalla frenesia moderna.
Visitare la Garfagnana vuol dire avere la possibilità di lunghe passeggiate nel verde, scoprire antiche fortezze e borghi medievali, ascoltare storie e leggende davanti ad un fuoco acceso, degustare una cucina tradizionale in cui spiccano piatti a base di farro e castagne, funghi, formaggi e salumi tipici.

Prima tappa di questa escursione a Barga, il centro più popoloso della Media Valle del Serchio, posto sulla sommità di una collina da cui si gode una vista mozzafiato sull’intera vallata e sulle Apuane, in particolar modo sul Monte Forato, vero e proprio arco naturale sul crinale che separa la Garfagnana dall’alta Versilia.
Annoverata tra i Borghi più Belli d’Italia, inserita nella lista delle Bandiere Arancioni del Touring Club e in quella delle Città Slow, Barga si contraddistingue per il suo impianto urbano tipicamente medievale e per le sue bellissime ville in stile Liberty di inizio ‘900. Nel centro storico visiteremo il Teatro dei Differenti, edificato nel 1795 per volontà degli accademici dei Differenti di svolgere attività di recitazione: è qui che il 26 novembre 1911, Giovanni Pascoli pronunciò l’orazione La grande proletaria s’è mossa, a sostegno della guerra di Libia.
Su tutto il centro abitato domina dall’alto il maestoso Duomo di San Cristoforo marmoreo di origine romanica che conserva pregevoli terrecotte robbiane.
Seconda tappa a Castelvecchio Pascoli, piccola frazione di Barga, famosa – come si evince dal nome – per aver dato i natali al grande poeta. La villa nella quale Pascoli nacque e visse dal 1895 al 1912 è stata trasformata nel Museo Casa Pascoli. Al suo interno sono conservati gli arredi originali comprese le scrivanie sulle quali il poeta componeva le sue liriche, ma soprattutto i suoi libri e i suoi manoscritti. Inoltre, nel giardino si trova la Cappella dove è stato sepolto.
Ultima tappa di questo itinerario letterario a Castelnuovo Garfagnana, pregiato borgo racchiuso da un’antica cinta muraria sulla quale svetta la possente Rocca Ariostesca risalente al 1100. Questa deve il proprio nome per aver ospitato dal 1522 al 1525, in qualità di governatore della provincia estense di Garfagnana, Ludovico Ariosto.

Questo secondo itinerario in Garfagnana è tutto improntato alla scoperta dei miti e delle leggende che da sempre popolano le storie che si tramandano di padre in figlio, generazione dopo generazione. Anche questo itinerario ha la durata di mezza giornata. Prima tappa al Ponte della Maddalena, da tutti conosciuto come il Ponte del Diavolo. È questo un ponte a schiena d’asino completamente realizzato in pietra, la cui costruzione risale addirittura all’XI secolo. Venne edificato per volere di Matilde di Canossa sul fiume Serchio in prossimità di Borgo a Mozzano. Per la curvatura al limite dell’impossibile del suo arco più ampio, la leggenda vuole che sia stato Satana in persona a completarne la realizzazione in cambio dell’anima del primo essere che l’avesse attraversato. Ma il Diavolo venne raggirato perché il parroco del paese lo fece attraversare ad un cane. Il signore degli inferi, infuriato per questa scaltrezza, afferrò il povero animale e si buttò con lui nelle acque del fiume senza mai più tornare. Si racconta inoltre che nelle ultime sere di ottobre, si veda il cane, un pastore maremmano totalmente bianco, passeggiare sul ponte di poter e osservando attentamente è possibile intravedere sul fondo del fiume il corpo pietrificato del povero animale. Seconda tappa ad un altro ponte, il Ponte delle Catene a Fornoli, piccola frazione di Bagni di Lucca. Un’opera monumentale e avveniristica per il tempo. Venne infatti costruito tra il 1844 e il 1860 per volontà del del duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone, su progetto di Lorenzo Nottolini. L’opera è tutta imperniata sull’innovativo uso delle tecniche industriali del ferro ed è letteralmente tenuta in posizione da un complesso meccanismo sotterraneo che tiene in tensione le catene da cui prende nome. Oggi è uno dei più antichi ponti in ferro ancora esistenti nell’Europa Occidentale, antecedente addirittura il suo omonimo ma più famoso, Ponte delle Catene di Budapest.
Ultima tappa poi a Bagni di Lucca, piccolo paesino rinomato sin dall’impero romano per la presenza di sorgenti termali i cui effetti erano così terapeutici da ritenere magica l’acqua che ve ne sgorgava. Al tempo del Grand Tour, gli Inglesi le riscoprirono e fecero di questa piccola frazione della Lucchesia una seconda patria. Ancora oggi è possibile rivivere i fasti di questa tipica ed esclusiva stazione termale ottocentesca: basta prenotare in anticipo l’entrata e goderci un pomeriggio in assoluto relax alla SPA.

Se dovessimo individuare l’alimento per eccellenza della tradizione culinaria di questa porzione di Toscana, questo sarebbe senza ombra di dubbio la farina di castagne.
Anche conosciuta come farina dolce, la farina di castagne si ottiene macinando molto finemente le castagne essiccate. Principalmente si produce in montagna, tra i 450 e 900 metri di altitudine.
Per il suo notevole apporto calorico e nutritivo, e per la ricchezze di carboidrati, proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali, è stata per molti secoli un alimento fondamentale della dieta dei contadini e dei montanari delle nostre terre.
Non è infatti un caso che proprio le castagne – e tutti i prodotti da esse derivati – venissero chiamate anche “pane dei poveri”.
Oggi, tuttavia la farina di castagne può essere annoverata tra gli alimenti “gourmand” con cui realizzare tantissime ricette, dolci e salate. Visitare la Garfagnana senza assaggiare un piatto tipico a base di questa farina non è soltanto un’0ccasione mancata, ma un’eresia.
Tra le ricette più famose, oltre la classico castagnaccio – dolce tipico della cucina tradizionale toscana con uvetta e pinoli – ci sono i necci, una specie di crêpes salate da servire insieme alla ricotta.

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