Ci siamo, manca poco, anzi pochissimo: l’appuntamento di febbraio più atteso dagli estimatori del buon vino è ormai alle porte.
Sì, perché dal 21 al 24 febbraio torna a Montalcino, Benvenuto Brunello la manifestazione organizzata dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino per presentare al mercato la nuova annata del pregiato “nettare” di uve rosse che vengono coltivate in questa area del senese da centinaia di anni.
Quale occasione migliore quindi, per scoprire insieme a noi questo territorio così magico, ricco di storia, arte e cultura? Possiamo organizzarvi un tour anche di più giorni. I nostri driver saranno a vostra disposizione ovunque vogliate andare. E se desiderate conoscere tutti i segreti e le storie dei personaggi che hanno vissuto su queste terre e che ancora oggi continuano a produrre e a realizzare eccellenze enogastronomiche che tutto il mondo ci invidia, possiamo farvi accompagnare da una guida professionista.
Benvenuto Brunello: Montalcino e il successo del suo grande vino
Se qualcuno di voi si domandasse da quanto tempo le persone degustano il Brunello di Montalcino, sappia che la sua nascita ufficiale risale al 1800. In quel periodo infatti alcuni agricoltori della zona cominciarono a produrre una varietà di Sangiovese che veniva chiamata “Brunello” o “Brunellino”, un’uva molto pregiata perché capace di produrre vini rossi da lungo invecchiamento.
Pensate che esiste addirittura una prima relazione della commissione ampelografica della provincia di Siena che testimonia di un Brunello di più di 30 anni – 32 per l’esattezza, vendemmia 1843 – che si era mantenuto perfettamente intatto per tutto il tempo.
E se sempre qualcuno di voi si domandasse se questo vino che si celebra ogni anno da oltre 25 anni nella manifestazione “Benvenuto Brunello” ha un vero e proprio padre, beh possiamo sicuramente affermare che il suo nome era Clemente Santi: nel 1869 infatti il suo Vino Scelto – un Brunello a tutti gli effetti – della vendemmia 1865, fu premiato con medaglia d’argento dal Comizio Agrario di Montepulciano. Bisognerà però aspettare la seconda metà del Novecento perché il Brunello passi da prelibatezza destinata a pochi raffinati intenditori, a simbolo internazionale di quel made in Italy che tutti ci invidiamo. Dal 1966 – insieme ad altri sette vini – è tra i primi a ricevere la DOC e solo un anno dopo istituisce il suo consorzio. E nel 1980 è addirittura la prima DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) ad essere mai stata istituita. Tra i riconoscimenti più prestigiosi, c’è quello conferitogli dal prestigioso magazine statunitense “Wine Spectator” che nel 1999 inserisce un Brunello fra i 12 migliori vini del ventesimo secolo e nel 2006 lo incorona sul gradino più alto del podio mondiale.
Cosa poter aggiungere ancora? Benvenuto Brunello, sua maestà dei vini!